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Fabrizio Chiappetti. Visioni dal futuro. Il caso di Philip K. Dick

(cliccare su ogni singolo autore)

Luca Ariano
Roberta Bertozzi
Monica Borettini
Andrea Campanozzi
Caterina Camporesi
Chiara De Luca
Pietro Federico
Raffaele Ferrario
Gianmaria Giannetti
Gëzim Hajdari
Sergio La Chiusa
Gianfranco Lauretano
Nicola Molon
Alessandro Nannini
Luca Nannipieri
Davide Nota
Adeodato Piazza Nicolai
Domenico Settevendemie
Christian Sinicco
Giovanni Tuzet
Teresa Zuccaro

Recensioni e segnalazioni

Liturgia Giovane
Corriere Romagna 5-12-06 (Davide Argnani)
Gazzetta di Parma 29-10-05 (Giuseppe Marchetti)
L'Azione (Alessandro Moscè)
Vincenzo D'Alessio
Corriere Romagna 17-9-05 (C. Rocchi)
Tolmino Baldassari

Alcuni giudizi

Monforte d'Alba, 12 agosto 2005
Caro Ramberti,
leggo qui, nel mio paese (…) il volume sontuoso e ammirevole dei poeti che ha scelto e pubblicato: e gliene sono veramente grato, perché sono una straordinaria testimonianza della durata e della varia verità della poesia. Li sto seguendo a uno a uno nella singola lezione che offrono: con risultati altissimi (Nannipieri, Piazza Nicolai, la Borettini, per esempio) che mi hanno illuminato di gioia e conforto e di slancio per andare anch'io avanti nella scrittura in versi. Su altri ritornerò per un'ulteriore riflessione.
Con molti affettuosi auguri e saluti,
Giorgio Barberi Squarotti

(…) Roberta poi mi ha allungato il librone dell'antologia, che ho letto da capo a fondo in treno, nelle oltre 5 ore per Genova. Un libro bellissimo, secondo me, pur nei suoi alti e bassi da "cantiere aperto", oppure, perché no, bellissimo proprio anche in virtù di quegli alti e bassi, dell'onestà dell'azzardo (anche o in primis editoriale) che mette in piazza il lavoro di ventuno operai del linguaggio (qualcuno fa il capocantiere: Gianfranco, certo, e l'Adeodato, ma anche alcuni poco più che trentenni hanno tanta birra, come direbbe Galaverni, penso alla Zuccaro, all'ottima Chiara – e a quel talentuoso Federico!) senza nessun imbarazzo, quasi a voler dire: qui si fa poesia, si fatica, si costruisce ciascun per sé (anche) per tutti. È un po' forte dire: qui si fa la civiltà?, boh, può darsi, ma è quanto una volta chiuso il tomo mi è venuto da dire... Complimenti dunque, e un abbraccio.
Massimo Morasso

 

Autori Vari
La coda della galassia
Antologia poetica

a cura di Alessandro Ramberti

€ 15,00 pp. 432 (Imprinting)
ISBN 8887808724

Vai al resoconto Cesenate www.altrocanto.it

Questo libro è un’avventura a cui hanno partecipato con entusiasmo 21 autori che troverete qui raccolti (v. assaggi a lato), note introduttive di Gian Ruggero Manzoni, Davide Rondoni e Martino Baldi.
Alcuni poeti li conoscevo da tempo; altri sono conoscenze “virtuali”, recenti, occasionali; altri mi sono stati consigliati. Difficile dunque trovare un fil rouge, se non un soggettivo gusto personale: credo però che tutti loro intendano la poesia non come un gioco di citazioni, di mera bravura letteraria, di sfogo per le personali frustrazioni, ma come un dare voce all’oltre, un dare suono al senso, un interpretare (anche con una valenza profetica) la realtà del mondo e delle relazioni umane all’inizio del terzo millennio.
Il titolo dell’Antologia si ispira a questi versi:

Sulla coda della galassia
Con grandi percussioni il cosmo cambia
i buchi sono fori tautologici
vi cade e vi sparisce l’energia
non ne sappiamo nulla
se nuova forma o vacuo
universale vi si addentra –
guardami le gengive, i denti
fanno luogo a ponti –
accoglimi con i miei vuoti
meno pericolosi degli spigoli
sommersi: non navighiamo a vista?
Mònitora il radar con lentezza
quando sei fragile e chiudi il cuore
i banchi toccheranno il pelo
dell’acqua e forse si incaglierà
la prua della ragione.
Resta con me al timone
e la spirale di questa piccola
galassia saprà soffrire
assieme ai suoi pianeti
che hanno raggruppato nella volta
le figure di una sapienza antica:
sono i progetti che fanno un po’ terrestre
il nostro cielo, più cosmico il margine
di spazio terra-terra.

“Il primo dovere di un poeta, in quanto donna e uomo di cultura, dovrebbe essere la ricerca della verità, riconosciuta come aspirazione e compito universale della ragione umana, che si persegue tramite un cammino intellettuale segnato dall’onestà, dalla serietà e dal metodo, pur nella consapevolezza della parzialità di ogni conquista e di ogni conoscenza. La verità non è solo valore da contemplare, ma anche guida per l’azione personale e sociale e criterio per la costruzione e per la costante revisione delle istituzioni e delle imprese umane. Il poeta non dovrebbe, perciò, essere mai indifferente nei riguardi degli sforzi con cui si costruiscono e si riformano le istituzioni, e con cui si affrontano, ad ogni livello, problemi di sopravvivenza e di convivenza, e dovrebbe rifiutare, soltanto, di trasformare la passione per le idee e per il cambiamento in proselitismo, in insulto, in indifferenza, in disprezzo per le persone.” (Gian Ruggero Manzoni)

“Ecco, la mia impressione è che negli ultimi tempi siano passati in troppi a cercare di raccogliere i frutti nell’orto della poesia, e con tutti i mezzi. Tutti a raccogliere e pochi, pochissimi a seminare. Per questo ritengo, ma è opinione tutta personale (ci mancherebbe!), che questo libro sia un libro utile in quanto libro di semina. Un libro che getta un sasso in acque stagnanti. Un libro che sgaruffa la pettinatura perfettina del ginnasiale che con la giacca e la cravatta del papà prova a fare il grande e finisce per crederci troppo.” (Martino Baldi)

“Di molti qui presenti mi hanno colpito alcuni testi. Non c’è luogo né tempo qui per indicazioni critiche. Ma ecco alcuni nomi, perché non mi tiro indietro dal compito della preferenza, poiché senza preferenza la vita non procede: dico l’asciuttezza vivace di Caterina Camporesi, il diario accanito e tenero di Chiara De Luca, la apertura di Pietro Federico. E poi: alcune cose di Nannini, certi sperdimenti di Nota, la furia percettiva di Sinicco, taluni esatti acquisti visionari di Tuzet, la simplicitas della Zuccaro, certi crampi della Bertozzi.
Altro, molto altro e più esattamente si potrebbe dire, e si dovrà farlo.” (Davide Rondoni)

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