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L'acqua scende a valle - Stefano Cammelli

La coda della galassia

Mario Luzi

A…

di Luca Nannipieri

a Mario Luzi

Ho fatto la fila anch’io, Mario, c’era molta gente
mi sono avvicinato pian piano alla tua bara, era ancora aperta,
il sudario che ti copriva era bianco seta, avevi le mani sulla pancia.
Sei morto così dolcemente nella notte
che i tuoi occhi sembravano appena chiusi dal sonno.
Hai un vestito nero, lungo, le scarpe lucide, ma la tua magrezza
ora che la guardo, e il tuo naso così curvo, così sgraziato e simile al mio,
ti rendono anche oggi quasi buffo. La cassa è di legno chiaro.
Vorrei stringerti la mano, Mario, stringerla forte con le mie dita
tenerla a lungo, ad occhi chiusi, sperare che da te
arrivi un battito, un segno di risposta
sul perché un giorno, un giorno per tutti
gli occhi si spengono, il naso si affila,
le gambe si allungano, le mani diventano pietra
e perché a sera, spesso, dopo aver fatto l’amore, mi giro di lato,
mi porto le coperte alla bocca, stringo i gomiti al petto, e senza un motivo
nel pallore stanco di quel momento, mi chiudo gli occhi con la mano
e piango. Valeria mi stringe con il braccio, accosta le sue gambe alle mie,
in silenzio, e rimaniamo fermi, come due cucchiaini, storditi
nelle coperte, con gli inguini ancora caldi, accettando che il sonno
o un breve pianto ci prenda. Mario, adesso che sei nei cieli
adesso che vedi ovunque l’origine e la fine delle cose,
dimmi dove porta tanto male, tanto dolore, dove porta così difficile e infinita
la trama che occupiamo con la nostra vita.
Dimmelo, Mario, stanno per chiuderti la bara sopra il volto
aprono la cassetta, preparano il trapano, i bulloni, i guanti di latta,
stanno per chiuderti, Mario, ma proprio adesso spiegami, rendimi chiaro
che niente è perduto, che nulla finisce, che non è gesto inutile
quando la mia mano si ferma sul seno di Valeria e la bocca le inumidisce il collo
le gambe si afferrano tra di loro, la pancia respira sulla pancia
e gli occhi si stringono, dimmelo ora a chiare parole
che non è materia inutile, informe, destinata al niente
quando sorrido e Valeria risponde a me sorridendo.

Luca Nannipieri è nato nel 1979. Scrive sulle pagine culturali del
quotidiano «Il Resto del Carlino», dopo aver collaborato a «La Voce». Ha pubblicato un saggio letterario in Best off 2006. Il meglio delle riviste letterarie italiane (a cura di Giulio Mozzi, Minimum Fax), L’attore e la poesia. Otto conversazioni con grandi attori di teatro (Pendragon, 2004) e una monografia su Mario Luzi (Fara Editore, 2005). In poesia ha pubblicato il libro ai miei nonni.

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