Logo Fara Editore Fara Editore

L'universo che sta sotto le parole
home - fara - catalogo - news - scrivi - faranews
Titolo Catalogo
presentazione - argomenti - autori e titoli - librerie

Corrado Giamboni. Il virus dell'elefante

Corrado Giamboni. Il virus dell'elefante

Corrado Giamboni. Il virus dell'elefante

Libretti tascabili e non e' un modo di dire:

col loro piccolo formato 13,5 x 7,5 cm. Ognuno di essi sta comodamente nella tasca di un cappotto, di una giacca, in una borsetta, perfino nel taschino di una camicia o nelle tasche dei calzoni. Pronti dunque a viaggiare con noi e a distrarci nei tempi morti di treni, autobus, metropolitane. Gli autori sono, francamente, sconosciuti. Ma in fondo e' meglio cosi': non si potra' dubitare dei crediti eventualmente assegnati.
Partiamo dai racconti di Giamboni. Si tratta di sogni e ricordi di una gioventu' anni '80 a Rimini narrata con la scrittura diretta e naif che riempie i cassetti della maggior parte degli aspiranti scrittori. E se amori e disavventure sono comunque divertenti in questa forma, quando con l'ultimo racconto viene tentata la strada piu' impegnativa del surreale, il risultato frana clamorosamente [ma vedi recensioni in Stradanove, in Pickwick e altre recensioni, n. di Fara Editore].


La De Sa', brasiliana, immerge i suoi tre racconti (presentati con testo portoghese a fronte) in un'aura onirica che a tratti rimanda a Borges. Pur senza gridare al capolavoro i tre racconti, avvolti come sono in spirali metanarrative (una biblioteca sferica - e percio' infinita? -, un lettore assassinato e occultato, un ascensore collegato ad un'altra dimensione), sono in grado di sconvolgere piacevolmente il lettore.


Ma il migliore e' sicuramente l'ultimo: una sorta di romanzo storico scritto simulando le cronache medievali senza pero' mai rinunciare alle prerogative letterarie della contemporaneita'. La storia parla di Donal, ragazzino irlandese svelto d'ingegno ma umile di natali in un periodo imprecisato al tramonto del primo millennio. Il casuale incontro con un monaco teologo errante svegliera' in lui la sete di sapere che si trasformera' in una serie di peripezie in un'Europa barbara e grondante di umanita'. Riesce soprattutto ad emozionarci la serenità' con cui Donal affronta le sue prove, serenita' che non e' bovina stupidita' ma consapevolezza di se' e della propria fede sia davanti a vichinghi pagani che alle gerarchie della religione secolarizzata. Una prova narrativa riuscita e particolarmente appetibile se paragonata all'indigesta ipertrofia dei romanzi storici che vanno per la maggiore.

(Francesco Mazzetta, «Il Mucchio Selvaggio», 15-21 maggio 2001)


-

grafica Kaleidon © copyright fara editore