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Breve biografia di Johan Thor Johansson

di Giacomo Bradorni (Massimo Pensante)

Unica nel suo genere si presenta la biografia di questo "islandese europeo", come si e' autodefinito in una recente intervista radiofonica. E "imperfetta", si potrebbe aggiungere parafrasando il titolo dell'opera proposta da Fara, volendo indicarne il carattere di atipicita' e di non linearita' (ma cosa e' lineare, cosa e' normale?), e soprattutto l'idea di opera in fieri, ben lungi dall'essersi esaurita (perfetto, perfectum, chiamavano i latini cio' che e' compiuto). Johan Thor Johansson nasce ad Akureyri, nel nord dell'Islanda da Hjalmar Södergran (a sinistra una sua foto giovanile), svedese, e da Rita Parodi Kiljansdottir, madre islandese di origini italiane (il nonno paterno era un capitano di lungo corso di Lavagna). Il padre e' docente universitario, la madre conduce un'agenzia di viaggi. Il piccolo Johan Thor, che deve il suo secondo nome alla passione del padre per la mitologia nordica, da lui in seguito ereditata, vive la sua infanzia "impregnandosi di paesaggi islandesi", che si portera' sempre dentro come un'identita' irrinunciabile "da serbare sempre nel proprio scrigno". E chi ne ha letto i racconti ha subito davanti questi paesaggi, che tendono a sfumarsi per divenire paesaggi interiori. Con l'adolescenza comincia la fase "europea" della vita di Johan Thor. Compie gli studi medi a Friburgo e poi a Helsingborg, in Svezia, e quelli universitari a Lund, dove il padre insegna analisi numerica e dove egli si laurea a pieni voti in lingua e letteratura islandese a 24 anni. Durante la sua vita di studente viaggia molto, in Europa e in Medio Oriente (soprattutto Israele ed Egitto). Il "viaggio in Italia" con appendice francese, e l'esperienza in un kibbutz sono tra le esperienze che piu' lo colpiscono. In Italia poi ci lascera' il cuore in circostanze perlomeno singolari. La passione per lo studio delle lingue e della linguistica, unita all'altra grande passione per i viaggi lo connoteranno sempre e lo condurranno rispettivamente alla cattedra ordinaria di glottologia all'universita' di Lund e a conoscere di persona le realta' di quattro continenti. Gli manca l'Australia, ma la biografia imperfetta puo' essere perfezionata anche in tal senso. Prima di approdare all'universita' di Lund, Johan era stato in posti molto diversi fra loro: prima in Cina, appena laureato, con una borsa di studio; quindi in Israele con un incarico a tempo determinato per conto della Comunita' Economica Europea (quando ancora si chiamava cosi') relativo ad una ricerca antropologica sui "coloni" israeliani; poi nei Paesi Baschi "a riflettere" e ad imparare il basco (un'altra passione del Nostro: quella delle lingue isolate); infine in una comunita' di Emmaus, a Parigi. Un viaggiare nel mondo e nelle situazioni umane quasi quotidianamente documentato dagli innumerevoli Moleskine, specchio di un'inquietudine e di una ricerca che non ha mai cessato. Ma che ad un certo punto ha rallentato un po'.

A contribuire a dare finalmente una sistemazione, o meglio una stabilita' a questo "nomade dell'anima" e' intervenuta Arianna Siliprandi, musicista piemontese conosciuta a Milano, dove egli si trovava in seguito ad uno scambio internazionale tra insegnanti e dove lei si trovava ad insegnare al conservatorio. Luogo dell'incontro: la scuola di danza del ventre "Magica" di Irene Borg, in corso porta Ticinese. In questo periodo riceve anche gli Appunti critici di Rosete De Sa' che legge il manoscritto nella sua versione ormai definitiva.
La storia con Arianna, nata dunque in una scuola di danza, e' poi proseguita negli anni situandosi fra Torino, dove Arianna era tornata per lavoro, e Lund, dove John aveva ripreso la sua cattedra. Una storia con elevati costi telefonici e petroliferi, come lo sono tutte le storie lontane. Che ad un certo punto sembro' dovesse esaurirsi per stanchezza nella virtualita' di Internet e nella immaterialita' delle parole dette ogni giorno al telefono. Poi una delle due parti ha deciso di rinunciare momentaneamente a se' ed ha raggiunto l'altra. E' stata Arianna, Johan forse non l'avrebbe mai fatto, anche se avrebbe sicuramente desiderato farlo - lo deduciamo dai suoi scritti, dai suoi diari. Ora vivono entrambi in Svezia (definitivamente?).

Accademico, narratore, viaggiatore e danzatore: tutto questo e' Johan Thor Johansson. Come narratore egli esordisce giovanissimo nel concorso letterario L'Islanda raccontata dagli Islandesi con il racconto "Sullo Snaefel", che poi diventera' parte del suo libro "La simmetria imperfetta", l'unica opera tradotta in italiano e pubblicata da Fara. All'uscita di questo libro il giovane narratore viene visto come una promessa per la letteratura dell'Isola, l'iniziatore di un nuovo stile letterario, il "realismo inerte". Poi pero', senza un motivo dichiarato, smette di scrivere narrativa e si dedica alla saggistica e all'attivita' accademica con numerose pubblicazioni specializzate (come "Langue et Parole", "Linguistic Endeavour", "Nova Thule" e altre). In realta' non ha mai smesso di scrivere, ma preferisce non pubblicare per il momento. Legge le sue cose agli amici, poi le rimette via. Da non trascurare la sua attivita' di traduttore. Per fare un solo esempio, si deve a lui l'odierna traduzione di Pinocchio in islandese (la tradizione precedente era stata compiuta dal francese e non dall'italiano), che usci' per la prima volta in una lussuosa editio picta a tiratura limitata con illustrazioni di Antonio Postacchini. Johansson e' anche un divulgatore: nel 1995 ha curato per il principale editore islandese, un'edizione illustrata per bambini dei miti del Nord.

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