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L'universo che sta sotto le parole

Pubblica con noi 2006: vincitori e menzionati

 


Siamo lieti di comunicare la classifica della V edizione del concorso Pubblica con noi che prevede, per i tre vincitori delle due sezioni, la pubblicazione premio. I giurati Antonella Pizzo, Ardea Montebelli, Caterina Camporesi, Luigi Metropoli, Massimo Gezzi, Barbara Rosenberg, Francesca Lozito, Massimo Pasqualone, Massimo Sannelli e Fara Editore hanno così deliberato:

Per la sezione poesia

Vincitori

1° Ottonale

di Giuseppe Cornacchia

Classe 1973, co-dirige www.nabanassar.com, portalino di letteratura, dal 2002. È attivo su alcuni blog letterari, nei quali partecipa come ---GiusCo---

"La variazione di registro è la cifra stilistica della raccolta che sapientemente miscela il colloquiale con richiami colti, puntando molto su materiale allotrio, di natura tecnico-scientifico. La varietas non crea dispersione ma restituisce, nel suo plurilinguismo (perfino un linguaggio simil-html!), i cascami del vissuto." (Luigi Metropoli)
"Un uomo comune si guarda allo specchio. Vede la sua vita racchiusa nella cisti che ha sotto l’occhio. Si interroga circa la fine, il fine, il senso. La vita è quel problema che si cerca di risolvere inutilmente, l’equazione resta irrisolta perché incomprensibile. Versi moderni, asciutti e senza fronzoli che vanno dritto al nocciolo della questione: il nocciolo della questione non si trova." (Antonella Pizzo)
"Una poesia mai scontata che regge bene la complessità, a volte ricercata, del verso. Si coglie, in questo autore, una raffinata capacità di costruire un testo in poesia senza lasciarsi prendere la mano." (Ardea Montebelli)

2° Andature

di Patrizia Rigoni

Sociologa, nata a Monza e residente a Trieste dal 1998, si è sempre occupata di comunicazione e di letteratura. Nell’anno 2000 a Trieste ha dato vita ad AziendaParola, un’azienda in grado di offrire servizi legati alla parola scritta, dalla stesura di progetti culturali per la città a servizi di comunicazione aziendale, ma soprattutto grande successo di AziendaParola continuano a riscuotere i Laboratori di lettura e scrittura mirati ai gruppi, con obiettivi professionali ed espressivi. Ha pubblicato i romanzi: La luna e le Ore (Helvetia 2003, premio nazionale Spagnol), Giallotondo (MobyDick 1996, Selezione Bancarellino), Il fuoco e la pioggia (Pegaso 1993), e i LibriMano (Edizioni Coccinella 1989, traduzioni in Francia, Spagna e America), più diversi racconti su antologie, l’ultima delle quali Il Galateo del Telefonino (Edizioni MobyDick 1998).

"Rosaiguarana: “animale primigenio, mezza rana e mezza iguana” rosa come il colore delle bambine, come una neonata che dalla l’acqua nasce, da una cascata. Che diventa donna che si fa a sua volta cascata e vita. Rosa. Fioritura. E dalla fioritura farsi frutto e poi svuotarsi le ossa per alleggerirsi e potere volare perché l’acqua non ci basta più e ci manca sempre il cielo. Una raccolta piena, che soddisfa, che racconta un viaggio, un mutamento, una metamorfosi. Un viaggio antropologico alla ricerca di sé stessi, del proprio passato e di quello universale." (Antonella Pizzo)
"Questa è una poesia che definirei cosmica dove l'autore si cimenta nel creare equilibri fra l'uomo e tutto ciò che lo circonda. Il bisogno di eternità viene giustamente affrontato ricercandolo nelle cose del quotidiano la cui bellezza è davvero disarmante." (Ardea Montebelli)
"L’io che parla in questi testi è un io lirico piuttosto classico: una persona individuata, forse una madre, che affida a versi misurati e rotondi la memoria del passato ma anche le esperienze quotidiane del presente. Non si tratta però di una poesia arresa, perché nei momenti migliori il quotidiano sembra sprofondare in una vertigine abissale e le cose tendono a smarrire i loro confini rassicuranti, innestandosi in tenaci catene di analogie." (Massimo Gezzi)


3° Minuta di silenzio

di Lorenzo Mari (S. Giorgio di Mantova)

Nato a Mantova nel 1984, frequenta la Facoltà di Lingue e Letterature Straniere dell’Università di Bologna. Nel 2004 ha ricevuto il premio ex aequo Biennale di Poesia di Alessandria e ha pubblicato la prima raccolta di poesie, libere sequele, per i tipi Gazebo (Firenze). Con la raccolta inedita, e in via di pubblicazione, pellegrinaggio senza Endimione, ha invece vinto il premio senese Alessandro Tanzi 2004-2005. Collabora con il gruppo musicale i collezionisti di bossa, di Mantova, e con il foglio satirico, sempre mantovano, “ll Notturno”.

"Poesia della negazione che dichiara: se questo non è allora ci sarà dell’altro. Versi di parole lanciate come punti a croce, crocette che sembrano disegnate distrattamente a margine di un foglio, dove la croce rappresenta il dolore, le ferite e i rumori stridenti di quest’era, le notizie dei telegiornali, la tela e la pagina si riempiono di carne e sangue, che non è gioia, non è silenzio. Equilibrio di versi moderni nell’antico arazzo della vita." (Antonella Pizzo)
"Sostituire il minuto di silenzio, rischiosamente retorico, con la Minuta di silenzio vuol dire insieme credere e non credere nella parola. L’autore di questi testi ha una forte consapevolezza delle potenzialità e dei limiti della poesia: sfrutta le prime, intessendo degli organismi complessi e raffinati anche dal punto di vista metrico o da quello retorico, e perlustra i secondi, restando comunque entro l’ordine della sintassi. Spesso tale consapevolezza – nei testi a mio parere più riusciti – si arresta a un passo dall’ironia, sterzando verso il più fecondo paradosso. (Massimo Gezzi)

Menzionati

Nudosceno di Vincenzo Mastropirro (Ruvo di Puglia-Bitonto, BA)
"Colpisce la visceralità della parola, secca e tagliente, la sua attenzione al corporeo e al basso, quasi fosse essa stessa a seminare un’infezione, ad innescare un processo di decadenza del corpo mescolato ad un senso di colpa che quasi geneticamente risiede nella terra, nelle viscere. L’io vive una trasformazione biologica, è nello stesso tempo la mente è destinata alla demenza. Solo il ricorso alla musica sembra poter lenire il dolore, tramutandolo in un ritmo interstiziale che spezza il malessere. (Luigi Metropoli)

Poesie di dove di Pierubaldo Bartolucci (Fossombrone, PU)
"Stretta connessione fra pensiero, sensibilità e natura, con rievocazioni letterarie sostenute dalla conoscenza di luoghi e reminescenze letterarie. La raccolta evidenzia unità stilistica, la cui peculiarità è la musicalità, ottenuta attraverso l’allitterazione fonica di assonanze e consonanze." (Caterina Camporesi)

Chiusure di Gianluca D’Andrea (Messina)
"Nei momenti migliori, cioè quelli in cui l’andamento ragionativo quasi solenne si accompagna a un gusto incontenibile per la nominazione di cose e di realtà, questa poesia funziona come una specie di tesa ricognizione: non solo di ciò che c’è, ma anche di ciò che manca e che si desidera (vedi la lunga serie di infiniti desiderativi che sorreggono i testi della prima o della quarta sezione). Colpisce l’alternanza di registri e di atteggiamenti espressivi: la «chiusura» della prima sezione, ad esempio, contraddice l’ariosità dialogica e lirica dell’ultima, dove Chiusure, ai miei occhi, tocca i suoi risultati migliori." (Massimo Gezzi)

Fronte al porto di Costantino Loprete (Salerno)
"Versi asciutti, tenaci carichi di ritmo che portano in un lontano chissà dove, ribellandosi con forza al sistema nel tentativo di recuperare la nostra identità." (Ardea Montebelli)
"Molti testi poetici si avvalgono della tecnica dell’analogia per suggerire sensazioni, emozioni, lasciando al lettore la libertà di interpretazione. Soltanto in alcune, dove l’articolazione è presente, sembra affiorare qualcosa di compiuto. La raccolta trova espressione in stili diversi che conferiscono all’insieme una certa varietà di linguaggio." (Caterina Camporesi)

Oggi non è oggi di Stefano Bianchi (Rimini)
"Poesia legata alla quotidianità e ai luoghi famigliari. Dopo un avvio gioioso, ironico e contenuto nell’espressione, via via la poesia assume sempre più l’andatura del racconto che coglie momenti e situazioni di vita attraverso l’evocazione di esperienze. La filosofia dell’autore sembra esaltare la gioia del momento vissuto, ignorando volutamente ogni possibile proiezione futura." (Caterina Camporesi)

La pietra e lo spirito di Ignazio De Vita (Mazara del Vallo, TP-Chiasso, Svizzera)
"Una scrittura elegante, quasi opulenta, mediterranea, con intarsi dialettali e voci rare, che riveste di passione civile e sociale lo sguardo malinconico, interrogante, di un occhio solo, gettato su una terra abbandonata, immobile nella fissità monocorde delle stagioni e riconoscibile nei suoi tratti morfologici e nei suoi miti." (Luigi Metropoli)

 

Per la sezione racconto

Vincitori

1° Palazzo della repubblica e altri racconti

di Natascia Ancarani (Alfonsine, RA – Albuzzano, PV)

"Il filo conduttore di questi racconti è la memoria. Il/la narratore/trice si muove tra i ricordi (non soltanto propri) regalando al lettore una pellicola in bianco e nero che emoziona. Fotogrammi di un passato che non può tornare, ma che ancora parla di sé: Berlino prima della caduta del muro, il nonno partigiano, il padre amato e odiato... Personaggi che vivono, respirano, amano intensamente nel ricordo degli altri.
Lo stile asciutto e sobrio si sofferma sui particolari quel tanto che basta per svelare un dettaglio, come lo zoom di un regista. La “pellicola” è carica di odori, sentimenti, carezze mancate che spingono il lettore a guardare e riguardare il “film”, senza mai stancarsi. (Barbara Rosenberg)
"Non ho avuto dubbi: l'Aquilone è il racconto più bello di questo concorso. La figura del nonno che qui viene descritta mi ha conquistata, leggendolo lo vedevo fisicamente davanti ai miei occhi, fermo, irriverente e solare come solo gli uomini di una volta sanno essere." (Francesca Lozito)

2° Viola. L’amorodio

di Luca Lanzoni (Bondeno-Dodici Morelli, FE)

Nato a Bondeno (FE) il 16-01-1978, diplomato come perito in elettronica e telecomunicazioni all’ITIS di Cento (FE), laureato in filosofia nel dicembre 2005 presso l’università di Ferrara con una tesi dal titolo La Religione Diffusa Nella Società Postmoderna, scrive per il magazine musiculturale www.dissenzoo.com, per il quale pubblica racconti brevi nella rubrica “Anime Viola”, recensioni e interviste per le rubriche di musica. Lavora con l’agenzia stampa L’Altoparlante del giornalista Fabio Gallo, scrivendo comunicati stampa per i locali più importanti del nord Italia. Da febbraio 2006 si occupa della redazione Emilia Romagna del magazine www.impattosonoro.it nel quale recensisce musica e letteratura. Fino dall’adolescenza le sue passioni sono sempre state due: suonare la batteria e scrivere. Da sei anni suona con i Violassenzio (gruppo rock ferrarese formato da quattro ragazzi che compongono musica prestando tanta attenzione al suono quanto alla parola).

"Sembrano quasi piccoli poemi in prosa, di buona tenuta sintattica e narrativa, e con grandi doti di invenzione. E con un grande coraggio nel proporre queste forme che da un lato hanno una loro piena tradizione, dall’altra entrano poco nel marketing editoriale. I due testi più potenti – per valore lirico e per tensione – sono affiancati, forse volutamente: Nella folla e Poga Miria Poga." (Massimo Sannelli)
"Il viola è la tonalità dominante in questi racconti. Un colore che racchiude il rosso della vita, della passione, dell’amore, della lotta e il blu della tristezza, della morte, del silenzio e della solitudine. I personaggi vivono tra questi estremi, rappresentano l’incontro tra opposti: Eros e Thanatos. Un chirurgo, che si è sempre considerato un filantropo che salva le persone, si accorge d’improvviso di amare anche il dolore dei pazienti, il loro sangue, il loro corpo inerte tra le sue mani. L’incontro tra un uomo e una donna in Irak, che si amano nel retro di un bar mentre il vento porta sabbia e odore di morte. La follia della ragazza, che, stanca dell’indifferenza dei genitori, uccide entrambi per godersi il silenzio. Il lettore riconosce in questa dualità tragica, una parte di sé: Amore e morte. Morte e amore." (Barbara Rosenberg)

3° Il seminario di Vinastra

di Subhaga Gaetano Failla (Scalea, CS-Massa Marittima, GR)

Nato a Scalea in Calabria nel 1955, laureato in Sociologia a Urbino, vive da alcuni anni a Massa Marittima, svolge la professione di insegnante. Ha pubblicato, insieme ad altri autori, un volume di carattere sociologico. Presso l'editore Aletti ha pubblicato la raccolta di racconti Logorare i sandali (2002), Il coltello e il pane (2003) e un racconto nell'antologia I porti sepolti vol. 3 (2002). Suoi racconti e poesie sono stati pubblicati dalle seguenti riviste: "Fernandel", "Il Babau", "Calamo", "Re Nudo", "Orizzonti", "Il Foglio Letterario"; una poesia è stata pubblicata dal "Messaggero", un racconto è stato trasmesso da RAI Radio Tre. Suoi scritti sono apparsi, tradotti in inglese, sulla rivista londinese "Hazy Moon" e nei volumi antologici Zen poems (Londra 2002) e Haiku for lovers (Londra 2003).
Ha fatto parte di gruppi teatrali.

"Il lungo racconto propone le vicissitudini di un eroe postmoderno (seppur seminarista), teso tra la fuga del mondo e l’impossibilità di vivere una vita normale (altri la chiamano vocazione). Lo stile, a metà tra un’apparente forma di neoverismo e una suadente proposta neorealista, denota una decisa perizia argomentativa." (Massimo Pasqualone)
"Un racconto sospeso e inquietante, surreale a tratti, in cui riecheggia una regola alla Buzzati: qualcosa sta per succedere, ma forse non succederà mai… Il seminario dove si rifugia il protagonista, timido diciassettenne, racchiude personaggi strani: un pittore che nasconde orologi nelle minestre, come in un quadro di Dalì, una ragazza che compare tra il sonno e la veglia scatenando i desideri più trasgressivi del ragazzo, monaci che scavano tombe nel cortile, perché a breve verranno riempite. Il seminario di Vinastra racchiude un universo più interiore che reale. I protagonisti sono desideri, paure, ricordi personificati. Lo stile è ancora acerbo e, a volte, le situazioni e i personaggi si accavallano, ma il risultato è molto interessante. (Barbara Rosenberg)

Menzionati

Come piccole tartarughe di Luigi Sarto (Teano-Caserta)
"La raccolta si evince per un profondo scavo che l’autore compie negli abissi della quotidianità, una dimensione dell’anima vissuta tra sigarette, musica, incontri casuali.
Lo stile, una narrazione fluida e senza inciampi, è specchio di un’analisi introspettiva accurata." (Massimo Pasqualone)

Vita di Marco Bottoni (Castelmassa, RO)
"Sono importanti la potenza e la fantasia nell’inventare un altro ritmo (in senso proprio: musicale) della narrazione, molto violenta. Appaiono qua e là tracce di enfasi e di letterarietà (un verbo come biondeggia, ad esempio), che in parte potranno essere corrette da un buon editing, e in parte sono valide, perché inserite in una struttura non banale. All’interno della raccolta, il lavoro migliore è senz’altro Coccodrillo." (Massimo Sannelli)

Una ragnatela di lana rossa di Giuliana Guerri (Perugia-Merlino, LO) 2
"È un onesto, sincero e appassionato racconto-testimonianza, che non nasconde le contraddizioni di un rapporto madre e figlia "sociale" e non biologico, mette a nudo il desiderio di maternità mai sopito in una donna e legge tutta la vicenda raccontata attraverso questo sguardo femminile. In tempi di adozioni che fanno discutere vale la pena di leggerlo." (Francesca Lozito)

Centodieci battute al minuto di Emanuele Eccel (Trento-Cognola, TN)
"Una lunga meditazione sul senso o non senso della vita e un insolito scandaglio dell’apparente quotidianità costituiscono il senso di questo percorso narrativo, a metà tra diario intimo e flusso di coscienza di joyceana memoria." (Massimo Pasqualone)
"Un lavoro di narrativa più tradizionale, anche sintatticamente, rispetto agli altri segnalati qui. E questo non è un difetto, ma è chiaro che una gestione più tradizionale implica la necessità di una maggiore forza nella concatenazione degli eventi. Morte inattesa di un fantasma è senz’altro il testo più notevole." (Massimo Sannelli)

Vite avvitate di Giusi Sapienza (Catania-Saint Germain-en-Laye, Francia)
"Un esempio di racconto personale scritto con la dovuta leggerezza, caso raro di questi tempi. Colpisce soprattutto per il tono della scrittura, dinamico nella scelta dei termini e assai poco convenzionale. (Francesca Lozito)

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