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L'universo che sta sotto le parole
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Recensioni


Caro Pellegrini,
il suo romanzo è molto carino: pudico, limpido, e affascinante. Mi
felicito molto con Lei.
Suo Guido Davico Bonino.
(31 marzo 2006)

Martino Baldi (su La Nazione)
Impattosonoro (Anita)

 

 

 

Andrea Pellegrini
Lettera dalla Norvegia

€ 12,00 pp. 182 (Sia cosa che)
ISBN 8887808899

ristampato nel novembre del 2007

Vincitore del Premio S. Margherita Ligure - Giuseppe Pontiggia 2006

"Dicembre 1974, una sera qualunque. In una fredda casa di cura di Oslo, un’anziana signora norvegese comincia a scrivere una lunga lettera d’amore e memoria a uno dei maggiori poeti italiani del Novecento, morto da oltre quindici anni. Astrid Heyerdall rammemora un’estate di
mezzo secolo prima. Ne sono protagonisti l’allora
giovane norvegese e le amiche che l’accompagnano
in un lungo soggiorno sul Lago di Como, il poeta Vincenzo Cardarelli e l’artista Carlo Carrà, gli altri avventori dell’Hotel Suisse di Bellagio e, soprattutto, la magia del luogo e lo spirito del tempo, il “secolo breve” al suo inizio. Alle parole che hanno il tocco lieve e la densità lucida e struggente della rievocazione, Astrid alterna con
discrezione, quasi fossero impercettibili crepe del colore sull’affresco, piccole annotazioni sulla malattia che, noi lo sappiamo sin dall’inizio, la sta portando alla morte. Così, mentre la vacanza prende le pieghe di una noiosa prigionia, il gioco dell’amore si tramuta in crudele rivelazione e il ritratto di un eccentrico poeta rivela progressivamente il cuore di “legno storto” in cui ogni
uomo è plasmato, insomma, mentre niente di ciò
che sembrava festoso si conferma tale, il racconto
di iniziazione alla vita assume progressivamente e impercettibilmente le tinte di una delicata e dolorosa danza funebre. Mirabile e poetica, l’immedesimazione di Pellegrini nella discreta e malinconica civetteria della protagonista ottantenne è anch’essa un gesto d’amore: verso la vita e verso la possibilità di raccontarla, ma soprattutto verso ciò che, durante il cammino di ognuno di noi, scivola a terra dalle tasche bucate del tempo e rischia di perdersi e di essere irrimediabilmente dimenticato. In questo sguardo rivolto indietro, in cui fantasia e realtà invadono i reciproci confini, è in atto un commovente
tentativo di non perdere niente, di riaccendere la
fiamma vitale nel cuore di un passato che il rapido
rovinare della nostra epoca considera sempre di più, con cieca noncuranza, alla stregua di una scenografia di cartone bagnato." (Martino Baldi)

Andrea Pellegrini (Lucca 1971) vive a Massa e Cozzile in provincia di Pistoia. Ha lavorato come critico d’arte, è stato per sei anni professore di Letteratura italiana presso il prestigioso Middlebury College a Firenze e ha aperto e curato personalmente il “Fondo Giorgio Caproni” su incarico del Gabinetto G.P. Viesseux. Ha pubblicato
su rivista un saggio intitolato “Vincenzo Cardarelli e il fantasma Arthur Rimbaud” e alcuni racconti di fantasia. Ha tenuto una serie di conferenze su alcuni grandi del Novecento fra cui Cardarelli, Campana, Buzzati, Palazzeschi. Dal 2001 è titolare di cattedra presso l’Istituto Alberghiero “F.Martini” di Montecatini Terme dove insegna materie letterarie. Amanda Sofia Pascal e Blondel
sono la sua vita e Lettera dalla Norvegia è il suo primo romanzo.

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