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AA. VV. Le voci dell'arcobaleno

Paola Castagna

Figli. Come cotone al vento

di Vincenzo D'Alessio

Il sottotitolo della raccolta recita: Come cotone al vento.
Il cotone non è un pianta nostrana e i frutti, a forma di capsula, contengono semi avvolti in abbondante lanugine: quella che diviene il cotone da filare, da usare per l’abbigliamento.
Il seme, il figlio, la maternità: “doveva vivere / nutrito dal mio corpo / ansimante e spogliato / per la sua gloria / di uomo / domani” (p. 14)

L’introduzione di Antonella Fretta rivela due posizioni: la parte più intima, mi appare dura, inerpicante, sovversiva nella sua scrittura, a tratti ossimorica.
Quanto affermato nell’introduzione si estrinseca nei versi e nel modo di comporre il verso: scabro, privo di soste, irrequieto. Siamo nel nuovo secolo e la forza del verso sta scoprendo una direzione alternativa al verso esclusivamente intimistico e privato. La poesia che viene dall’Europa, quella che si affaccia dall’Est, chiede e apre strade diverse alla sensibilità e alla composizione.
I figli (noi figli) fanno in modo che l’esistenza naturale divenga meno straziante, non smetta di alimentare la Speranza (quella Dea che ultima lascia, foscolianamente, i nostri avelli/tombe), avvicinano la mano dell’Uomo a quella del Creatore.

I figli sono nostri e del mondo: “amarli / non è / arte effimera” (p. 22). Come non accogliere il percorso irto di “aguzzi cocci di bottiglia” della Nostra poetessa? Ce lo chiede l’esistenza condivisa, la poesia partecipata, il dramma esistenziale: “Amare / che non risulta / un lascito perduto.”

Non possiamo fare a meno di riportare gli stessi versi di questa affannata liberazione dei sensi, della femminilità, dell’immacolata verità che va oltre la realtà umana.
Vorremmo accostare, per la scelta della “gaggia” (profumata quanto la mimosa) e quell’Intervista ad un’anima (p. 16), la poesia di questa raccolta alla dolcezza dei versi di Emily Dickinson: “un’anima ammessa alla propria presenza – / finita infinità.”

Concludiamo, per diritto di brevità, con la curva filosofico-teologica del poeta A. Ramberti: “Canta, guarda / anche i tuoi più avari lati / rideranno un po’ di luce” (p. 69).

Ai figli di questo secolo il diritto a capire che genitori si diventa vivendo, quanto figli si diviene crescendo cono essi.

Montoro Inferiore, maggio 2005

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