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AA. VV. Le voci dell'arcobaleno

Nel blog con Anna Karenina

di Michele Ruele

Immaginatevi intenti al vostro caffè, nel bar: oltre la pagina del giornale che avete abbassato non sapete bene perché, vedete Anna Karenina, elegante e distante, come sempre. Oppure a Praga, in una bettola della Nerudova, state cantando canzoni tristi al tavolo con Bohumil Hrabal. Un’altra volta è Borges ad accompagnarvi nelle vie del quartiere Palermo di Buenos Aires.
Viviamo in un tempo breve, tutto presente, verso il quale tendiamo a far confluire il passato, schiacciando uno e l’altro: molto, intorno a noi, cospira in questo senso. Come liberarsi da questa morsa? Giocandocela, come diceva Italo Calvino, volando a volo raso sulla superficie del tempo e dello spazio: « Solo dopo aver conosciuto la superficie delle cose ci si può spingere a cercare quel che c’è sotto». Oppure riconoscendo la complessità, la combinazione dinamica del molteplice. E ricordando che la storia è anche racconto, che nessuna superficie è priva di memoria e di immaginazione.
Nella distesa di racconti in cui in ogni istante si vola si può scegliere anche una dimensione di abbandono, di disponibilità alla sorpresa: sì, per molti versi una sorpresa preparata, desiderata. Ma è un’arte procurarsi le sorprese; non chiudersi ma aprirsi; sublimare e non rimuovere. Cercare, insomma, e non smettere di sperare. Si tratta di una disponibilità festosa: la conoscenza ha nel suo inizio la stessa sorpresa e lo stesso entusiasmo di un inizio d’amore.
Le affinità casuali si scoprono in treno, dentro un libro, a una festa, a scuola. La chiave interpretativa delle esperienze concrete sono l’arte, il racconto, la rielaborazione mitica, l’umorismo, l’autobiografia.
C’è un “luogo” in cui si intrecciano ragioni biografiche, necessità di comunicare, elaborazione artistica, umorismo, leggerezza, scoperta di sé e affinità (più o meno) casuali. Un “non-luogo”, un’immensa pagina autobiografica, comunicativa, artistica, funzionale come sono tutti i linguaggi e com’è anche l’arte.
Si tratta dei blog. Pagine internet di proprietà di una o più menti (ma c’è anche il corpo, da qualche parte) in cui si propongono dei post, cioè brevi brani o immagini, talvolta corredati di musica: chiunque può rispondere ai post con un commento.
Scrittori e giornalisti dalla carta rimandano ai loro blog. Dal suo blog, (galloblog.splinder.com) lo storico e scrittore parmense Paolo Galloni (autore di volumi sul medioevo per Laterza e di romanzi) ha estratto alcune “pagine” e ne ha fatto un libretto godibilissimo, in uno stile breve ed elegante, pieno di contenuti. Si intitola Le affinità casuali.

cfr. www.girodivite.it/article.php3?id_article=1300

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