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Gianfranco Bertagni. Architetture Utopiche

Il libro

Luca Lanzoni è nato a Bondeno (FE) il 16-01-1978. Si è laureato in filosofia presso l’università di Ferrara. Lavora con l’agenzia stampa L’Altoparlante. Scrive per due web magazine: www.dissenzoo.com (magazine musiculturale per il quale pubblica i propri racconti brevi, oltre a recensioni e interviste per le rubriche di musica) e www.impattosonoro.it (occupandosi della redazione Emilia Romagna).
Fino dall’adolescenza le sue passioni sono sempre state due: suonare la batteria e scrivere. Da sei anni suona con i Violassenzio (gruppo rock ferrarese formato da quattro ragazzi che compongono musica prestando tanta attenzione al suono quanto alla parola).

Intervista a Luca Lanzoni autore di

Viola. L'Amorodio

Perché scrivere racconti oggi? Per lanciare un messaggio, per fornire uno svago alternativo?

Per quanto riguarda il tipo di racconti che scrivo, non credo siano elementi di svago. Sia chiaro, sarei fiero di scrivere cose che fanno distrarre le persone dalle proprie frustrazioni quotidiane, ma, purtroppo, io tendo ad appesantire la realtà. Lascio che le parole sostino per diverso tempo nella mia testa, attendo che il superfluo evapori, e così mi rimane solo il messaggio denso che vorrei comunicare, senza troppi orpelli. Credo che si debba scrivere solo se si ha qualcosa da comunicare… Altrimenti è  un atto masturbatorio fatto in pubblico.

Come ti sei avvicinato alla scrittura e quali sono state le letture fondamentali, quelle che poi ti hanno spinto a scrivere in prima persona?

Già dalle elementari non vedevo l’ora di fare il classico tema, soprattutto se era il favoloso TEMA LIBERO dove potevo sfogare la fantasia. Me la cavavo discretamente, ma arrivato alle medie, poi alle superiori, degli ottimi insegnanti mi hanno tolto tutta la voglia di leggere e di scrivere. Dare come compito leggere La fattoria degli animali, o fare la parafrasi di una poesia, o studiare a memoria la Divina commedia, espropriando la scrittura della passione e delle sensazioni che trasmette,  credo che facciano odiare la letteratura quanto la matematica. Io l’ho odiata, ma per ribellione ho continuato a scrivere pensieri  senza curarmi della forma.
Ho deciso di scrivere seriamente, se si può definire serio quello che faccio, al termine dell’adolescenza dopo essermi scontrato con pessimi libri, che ho voluto cancellare dalla mente cercando di leggere e scrivere cose totalmente diverse, e soprattutto quando per un esame universitario ho avuto la fortuna di imbattermi in un libro fantastico: IL MESTIERE DI SCRIVERE di Raymond Carver. Il suo amore per le short story mi ha confortato e capire che uno scrittore non deve mai barare usando stratagemmi letterari mi ha fatto crescere molto. Ho imparato da Carver che se ad un personaggio cade il giornale in una pozzanghera esclamerà “cazzo!” e non “accidenti!”.

E a proposito dello tuo stile e della tua poetica, come ti vedi e come pensi di essere visto?

Non so proprio come mi vedono gli altri, ma io, pensando a ciò che scrivo, credo di essere altalenante tra il romanticismo e il pulp… reale e surreale.

Cosa puoi dire di te a chi sta leggendo questa intervista? Chi sei come persona e come scrittore?

Sono una persona timida e riservata, non riesco ad essere indifferente a nulla: per questa sorta ti empatia patologica ho formato un callo di cinismo che mi aiuta ad analizzare le situazioni con distacco, almeno per qualche secondo prima di sentirmi coinvolto. Sulla mia carta d’identità non c’è scritto scrittore, ma credo che i miei racconti siano esattamente come me… più complessi di quello che sembrano.

Per chi pensi la tua narrativa possa essere particolarmente interessante? Hai in mente un lettore tipo?

In Anime  Viola (primo testo della raccolta Viola. L’amorodio) credo di aver, anche, descritto chi potrebbe apprezzare ciò che scrivo: “Il viola non si può spiegare… si avverte… c’è o non c’è dentro di te. Non cercarlo, non cercare di capire ciò che scrivo se mentre leggi i miei racconti non formi un pensiero, se non ritorna un ricordo intenso che t’increspa la pelle in un brivido. Lascia perdere.”
Può sembrare presuntuoso questo concetto, ma  in realtà è solo la scritta di benvenuto che accoglie tutte le anime viola in un club fatto per loro.
Insomma, non vorrei far perdere tempo a chi legge solo novella 2000 o Harmony.

(Fara Editore, dicembre 2006)

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