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L'universo che sta sotto le parole
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Recensioni e segnalazioni

Alberto Mori

Guido Passini

Narda Fattori

 

 

 

Carlo Penati
Vorrei imprimere un vuoto nell'aria

€ 10,00 pp. 72 (Sia cosa che)
ISBN 978 88 95139 41 8

menzione d'onore al Montano e al Città di Adelfia

«Strutturata in quattro movimenti, la silloge ricostruisce un percorso a forte carattere simbolico, quasi da iniziati. Si parte infatti con una collaudata allegoria, un decollo
da Linate, ma poco valgono i riferimenti spazio-temporali, perché l’intenzione dell’autore è di viaggiare sopra le nuvole, è quella di tendere all’infinito, come si legge
nell’ultimo componimento della raccolta.
Le quattro stazioni mostrano dunque un’altrettanta, canonica, ripresa di un viaggio che si articola tra caduta e risalita, inferno e paradiso, abietto e sublime, abisso e
ascesa (come si intitolano rispettivamente la seconda e la terza parte del libro).
Conseguentemente abbiamo una parola che cerca di disincrostarsi dalle scorie del corpo. Infatti è prevalentemente nella seconda stanza: abisso che ci si confronta con un codice d’amore inclusivo, non refrattario
alla carnalità, agli umori del corpo – chiari i riferimenti ad un amplesso –, per poi perderlo man mano che si procede nella lettura.»
(dalla prefazione di Luigi Metropoli finalista al premio Scriba Città di Forlì 2009)

Carlo Penati (Legnano 1954) è stato redattore del periodico di ricerche e analisi linguistiche «Pianura».
Nel giugno 2008 ha vinto il 29° Premio letterario
internazionale “Città di Moncalieri” con la poesia Le ruote della luna.

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