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Parole oltre i confini - a cura di A. Ramberti e R. Sangiorgi

Scheda:

A. Ramberti-R. Sangiorgi
(a cura di)
Parole oltre i confini

Parole oltre i confini

Le loro voci sembrano alzarsi dal nulla. Li si sente
parlare solo una volta l'anno, d'estate, quando si radunano per fare festa. Allora la gente si fa intorno e
si ferma ad ascoltare le loro storie. Di anno in anno la loro abilita' cresce e i loro racconti riescono a incantare
un numero sempre maggiore di persone. (...) Sono gli scrittori immigrati che partecipano all'annuale concorso letterario Eks&Tra (...).

Affidandosi al potere magico della parola, come farebbero dei maghi, gli autori non hanno esitato a impiegare nei loro racconti tutti gli ingredienti a disposizione, dissolvendoli per estrarne infine qualcosa
di nuovo. I risultati sono affascinanti: superatoi i
confini, le loro parole ci guidano in citta' sconosciute dai nomi familiari come Bologna, Modena, Roma, o in citta' che ci sembra di conoscere da sempre - Addis Abeba.

(...)Questi magici cantastorie sono riusciti in un incantesimo difficile, strappando via dalle case edai
volti la patina del conosciuto, per mostrare l'altro volto
di ogni cosa, ma soprattutto hanno mostato che la cultura non conosce confini, ne' frontiere, appartenendo non a un luogo, ma a tutti coloro che, credendo in essa, la fano vivere.

(...)L'edizione di quest'anno ha poi indicato a tutti che
le frontiere non esistono se non per chi ci vuole credere; per tutti gli altri, basta una penna e un foglio di carta.

Stefano Zucca

«Solidarieta' Come», Anno 4, 1 Novembre 1999


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(...) Non si puo' che essere grati, per questa come per altre iniziative editoriali, alla casa editrice romagnola, il cui catalogo testimonia una sollecitudine costante per letterature marginazzate dalla grande distribuzione e che e' invece imporatnte seguire per verificare la crescita - se di crescita si tratta - dell'integrazione nella nostra cultura e nella nostra organizzazione sociale di esperienze e di popoli diversi da noi.
Sono una cinquantina i partecipanti al concorso - fra questi sei sono africani - con circa duecento opere letterarie. Vincitore della sezione narrativa e' risultato un racconto dell'etiopica Gabriella Ghermandi, ispirato dal sentimento di straniamento cui rischia di cedere un'emigrata che ritorna in patria dopo 17 anni trascorsi
in Italia (...).

Il silenzio e l'assenza fondono in una cifra unitaria livelli letterari diseguali e registri narrativi eterogenei, spesso contrastanti; l'immigrato e' assente dalla patria, ma lo e' anche nella terra che lo ha accolto e non ancora accettato; e' ormai muto nella lingua d'origine ma in quella d'adozione la sua voce e' ancora flebile, quasi inarticolata. La sofferenza del distacco non grida ma, nel silenzio, chiede silenzio: il fascino della letteratura della migrazione sta proprio in questo sostare sempre sul limitare del silenzio, che livella sentimenti e persone, e trasforma topografie reali in invenzioni della mente, in luoghi della memoria e del mito (...).

«Africa», anno LV, n.2, giugno 2000

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