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AA. VV. Le voci dell'arcobaleno

Chiara Daino web-site
www.chiaradaino.blogspot.com

Intervista in Shortvillage


Chiara Daino
La Merca

recensione di Leela Marampudi

“Tu che hai avuto bellezza, intelligenza, talento, amore, sostegno, salute: tutto. Credi di avere il diritto di essere arrabbiata? Triste? Depressa?”
Ma quel “tutto”, comprende anche una reale opportunità di esistere data da qualcuno che non sia te stesso? A parte i “genitori”, esiste qualcuno che dia, non a pagamento o per falsa carità, una necessità per non diventare, a volte, dei d.c.a.?
La Merca di Chiara Daino è un libro che fa riflettere con cruda schiettezza sulla nascita e sulle conseguenze del problema del disturbo del comportamento alimentare, ponendo come punto di partenza la sensazione che tutti possibilmente potremmo essere/sentirci vittime e responsabili di qualcosa.

“Sì! Mea culpa quando ho chiesto: nessuno può aiutare un fiore secco a sbocciare.”

Alla falsa carità o all’accettare “l’amore” a pagamento degli specialisti, Jenny, la protagonista, cerca di ribellarsi con orgoglio percependo una forza che la porta al: piuttosto da “sola”.
Vittima/ir-responsabile.
Continui cambi di ritmo interiori per una musica metal – passando dal glam: speranza di vivere serenamente il trauma: “Nessuno conosce il corpo meglio di chi lo detesta” – uno shake di talento.
Lei, un burattino nascosto che sente tirarsi i fili invisibili del senso di colpa originario, non vuole esserlo e allora, nel mostrare il suo esistere, pubblica in nero raggirando il sistema.
Un tuono per capire dove Buttare quella colpa che rimbalza tra due sponde:
Jenny “odiava il silenzio: speculare”

Rispetto:
si vorrebbe ascoltare.
tolto-chiesto:
silenzio-speculare.

Jenny, “bambina invecchiata, tra speranza e disillusione” non vuole piangere nel ricordarsi mentre continua a mostrarsi: “Siate specchio e vi condanneranno”
Una musica, per me, alla “Dream Theater”, che mi ha fatto amare Jenny rendendomi reale la situazione. Una lucida visione che mi ha portato alla mente queste parole:

Se dobbiamo progredire, non dobbiamo ripetere la storia, ma farne una nuova.
All’eredità lasciataci dai nostri padri dobbiamo aggiungere qualcosa.
(Mahatma Gandhi)

(febbraio, 2007)

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