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Gianfranco Bertagni. Architetture Utopiche

Il libro

Intervista a Irene Boschi
autrice delle tavole e dei testi di Betta si sposa

Chi è Irene Boschi?

In effetti me lo sono sempre chiesto anch'io.
In ogni caso, in questo momento sono una studentessa dell'ISIA di Urbino (e soddisfatta di esserlo), vorrei fare sport ma rimando sempre, da quando ho comprato il computer passo più tempo davanti al video che con il mio ragazzo, mio padre mi vuol far diventare imprenditrice agricola... Amo leggere, poltrire, mangiare e cucinare, imparare lingue straniere e sfruttarle per viaggi all'estero. E poi ci sono un sacco di saggi sulla mia opera, e tre o quattro biografie non ufficiali.

Cosa significa pubblicare in forma di libro per una giovane artista-scrittrice visto che i lettori sembrano sempre più rara aves?

Pubblicare un libro è sempre una sfida, con sé stessi e con i lettori. Un salto nel buio. Il fatto poi che sia la mia prima pubblicazione mi mette un po' di ansia, non so se essere spaventata per quello che succederà, o non aspettarmi niente per non rimanere delusa.
Mi rendo conto che i lettori sembrano una specie in via di estinzione, in effetti molte delle case che frequento non sono assediate dai libri come la mia, anzi: ne hanno mancanza cronica. Ma questo deve essere non una sconfitta, anzi uno stimolo alla produzione e pubblicazione di libri. È difficile educare alla lettura, per questo bisogna iniziare dai piccoli!

Chi vorresti leggesse la storia della civetta Betta?

Vorrei che la leggessero genitori e nonni ai propri bambini, come hanno fatto i miei: qui mi scuso pubblicamente per averli sfiniti con le mie richieste, e li ringrazio per avermi accontentato sempre, facendomi amare tanto la lettura.

Che traccia vorresti lasciare in chi legge il tuo libro?

Mi piacerebbe stimolare la curiosità e l'interesse nei confronti di quegli animali che mi hanno ispirato i personaggi del libro, e non solo. Conoscere la natura è il primo passo per rispettarla: è importante rendersi conto che ogni danno all'ambiente si ritorce contro di noi.

Come si combinano illustrazioni e parole e come lavori abitualmente (sei metodica, prendi appunti, scrivi-disegni solo al computer, aspetti l’ispirazione...)?

Oggi siamo bombardati di messaggi, recentemente sono stata a Londra e mi sono accorta che la qualità grafica della comunicazione là è molto più alta che nel mio habitat provinciale: per me, che sono costantemente alla ricerca di qualcosa che mi ispiri, è molto stimolante viaggiare, vedere ambienti nuovi: raccatto idee e spunti. E di solito la mia produzione è casuale, molto legata all'ispirazione di un momento. Quando però si tratta di un esame o di un lavoro con scadenza precisa, cerco di non lasciare troppo spazio ai vagheggiamenti, altrimenti la mia mortale pigrizia ha la meglio e non combino nulla. Mi ritrovo sempre a fare le cose all'ultimo minuto...

Quali letture e quali artisti (illustratori) hanno lasciato in te un segno profondo?

Per quanto riguarda gli scrittori, iniziamo col dire che leggo qualsiasi cosa mi capiti tra le mani, anche le etichette delle acque minerali: ho un bisogno fisico di leggere. Nonostante sia di bocca buona ho le mie preferenze: i migliori sono e restano Salgari, Pirandello, Buzzati, Calvino, Baricco, Benni; e per l'estero Poe, Perec, Saramago, Marquez, Pennac, ecc... ma non basta lo spazio. Guardando la mia libreria adesso, non posso non citare "I Miserabili", "La Storia Infinita", "La collina dei conigli", "Il Maestro e Margherita": sicuramente è un'accozzaglia paurosa ma sono uno accanto all'altro sullo scaffale e sembrano felicissimi di essere stati letti e riletti fin quasi alla distruzione totale.
Per il discorso illustrazione, il mio amore, sin da bambina, è Hugo Pratt; ma mi piace molto anche il tratto nitido a pennarello di Altan e, per una strana legge del contrappasso, lo stile tutt'altro che pulito di Enki Bilal.

Cosa auguri ai tuoi potenziali lettori?

Come "potenziali"? Ancora non avete comprato il mio libro? Ma cosa aspettate?

Dove va la grafica giovane?

Non so, era di corsa... Ha detto che andava verso un utilizzo sfrenato del computer, però prima passava dal recupero delle tecniche tradizionali, e dalla ricerca sui materiali, e doveva anche fare la spesa per cena...

(Fara Editore, febbraio 2005)

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