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L'acqua scende a valle - Stefano Cammelli

Scheda:

Ardea Montebelli
Il paradosso della memoria

Premessa di Carlo Rusconi

Nel mondo degli uomini, anche quando di fatto non accade, e' tuttavia possibile che ogni azione consegua ad una libera scelta. Ed e' questo che rende piu' lacerante l'umano bisogno che ogni cosa abbia un senso. M'avvedo di poter scegliere, sperimento la possibilita' reale e storica di concedere un amore o di negarlo, di far nascere nuove vite o rifiutarmi ad esse, di costruire o di distruggere, d'accoglier la luce del sole ed abbandonarmivi o di rifugiarmi nella tenebra volgendo le spalle al volto delle cose. Ed e' per questo, e' proprio per questa mia consapevole e quotidiana liberta', per questa mia talvolta ossessiva ed allucinante liberta', per questa mia liberta' che m'insegue ovunque e da cui non m'e' dato fuggire, che m'appare insostenibile l'apparente necessita' dell'universo ed altrettanto insostenibile mi pare l'esserci mio casuale. Ho bisogno d'un senso, ho bisogno d'una ragione sufficiente per i cieli e gli astri che vi sono appesi, per i mari ed i viventi che li popolano, ho bisogno d'una ragion sufficiente per le colline, i fiumi, gli alberi, le case... e per me. Ma a chiunque mi rivolga... la terra e' sempre troppo eguale a se' stessa, il cielo e' sempre oltre l'estremo d'esso che ho raggiunto ed il mare non si placa mai per darmi ascolto... a chiunque mi rivolga non trovo o non sento o non so leggere risposta alcuna. Si rinnova in me quotidianamente cio' che gli uomini d'ogni tempo, quando la loro distrazione non li ha difesi adeguatamente, hanno provato e che Clemente Rebora formulava cosi':

(...) Qualunque cosa tu dica o faccia
c'e' dentro un grido: non e' per questo, non e' per questo!
e cosi' tutto rimanda a una segreta domanda:
l'atto e' un pretesto (...)

Ma il fatto di non trovare chi sappia rispondermi e quindi di non incontrare una risposta che mi basti non e' sufficiente a persuadermi che risposta non c'e', o quantomeno che non c'e' chi sappia trovarla e raccontarmela: e cosi' continuo a cercare, continuo ad interrogare, trascinandomi, insieme all'intera schiatta umana, nell'odissea senza meta d'incontri illusori, di risposte che dopo un istante mostrano il loro inganno, di soluzioni parziali che, come idoli mostruosi d'un culto sanguinario, si rivoltano e divorano quanti hanno creduto in loro. E nel mio vagare la stessa domanda si volge in delirio, attardata, appesantita per sentieri impervi, tenebrosi, fangosi, fino a perder le proprie parole, fino a mutarsi in grido senza contorni ne' contenuti: la domanda di significato si risolve nell'angoscia del non senso. E tuttavia l'ultima scintilla della mia ragione... forse si spegnera' coll'estremo dei miei respiri o forse varchera' la soglia senza ritorno... non puo' non urgere oltre l'invadenza della tenebra, andando avanti come a tentoni. Ne' puo' esser che a tentoni il mio cercare, visto che cio' che voglio sapere, perche' possa bastarmi, ha da esser tutto. Si', non mi basta una risposta per quanto ragionevole, tuttavia parziale. e' contro la ragione di fronte a mille rondini migranti contentarsi di sapere che una d'esse va verso sud, o di fronte a cento fiori di viburno di sapere che uno d'essi sara' un seme: se il senso che raggiungo non e' totale non e' un senso, e' follia, com'e' follia omicida pretender di curare un uomo sapendo di lui appena come respira. Perche' abbia senso l'esserci del sole deve aver senso anche la vita d'una falena, anche una stella cadente, anche una scintilla che vive un istante migrando dalla fiamma, anche il sassetto che nella "Strada", Gelsomina raccatta da terra per ricordarsi del discorso del "Matto". Un senso totale. L'istanza dell'uomo... anche se viviamo, noi nel nostro tempo, noi nelle nostre citta', lo scetticismo letale della rinuncia coltivata, cullata, curata, razionalizzata, si' che:

La salvezza c'e'
non fa rumore
in questo mondo
che va avanti controsenso
in adozione di se' stesso.

Ma se, al di la' della pervicace distrazione, elaborata per difenderci dalla domanda, permane in noi quell'abisso di desiderio che ci fa dire:

la luce fa pulsare
la sorgente della vita
ora che il cuore
e' in attesa
di buona accoglienza.

E se non chiudiamo la porta sulla soglia della quale Abramo pote' incontrare gli angeli della promessa ed Elia, velatosi il capo, pote' scorgere la gloria dell'Altissimo, allora e' possibile, allora accade che, da oltre il buio, sentiamo ad un tratto una mano che afferra la nostra, che, da oltre il silenzio, al di qua del quale sta il nostro grido, sentiamo venire una risposta:

questo segno della vita
ci salva
addolcendo le intenzioni
coi sensi dello spirito.

E com'e' secondo ragione cercar il senso delle cose, cercare instancabilmente il senso delle cose, cosi' e' secondo ragione, assolutamente secondo ragione, quando la risposta mi si fa incontro, accoglierla. Le illusioni passate non bastano a giustificare un mio rifiuto, a meno che io non ami la mia inerzia piu' di me stesso. Oggi siam posti di fronte alla fecondita' che l'incontro colla risposta scatena nell'animo umano. Una fecondita' che genera non speculazioni filosofiche o teologiche ne' pedanterie esegetiche, ma immagini capaci di penetrare l'onnipresenza del mistero, che rende possibile l'esserci e lo svolgersi delle cose. D'altro canto il mistero onnipresente, che e' la risposta, che e' la fonte unica della nostalgia del cuore non meno che di quella della ragione, non puo' compiutamente esser narrato da parole il cui confine coincida colle cose nominate: e' necessario che la parola ed i nessi fra le parole s'articolino in quella suggestione evocativa che fa rima col desiderio e simmetricamente colla risposta. e' necessario che la parola umana si riconosca eco della parola divina.

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